Un dubbio!!! Pensieri liberi.

Pubblicato giorno 12 maggio 2020 - Articoli

Silvia Romano è finalmente libera; è ritornata a casa dopo 18 mesi di sequestro. Questa è la notizia che sta accendendo le cronache di questi giorni, con il suo carico di contentezza e le tante critiche sulla sua dichiarata conversione “libera” all’Islam.

In questi giorni anche noi stiamo pian piano riprendendo la nostra libertà dopo le restrizioni prese a causa del coronavirus che ci hanno costretto a casa.

Questi fatti mi provocano ad interrogarmi su che cos’è libertà. Non voglio filosofeggiare, non avrei i titoli, pur avendo voglia, ma vorrei essere piuttosto pragmatico. Esiste la libertà? La libertà è un concetto astratto confinato nell’idealismo, oppure la libertà è una realtà tangibile di cui facciamo esperienza sensoriale? Oppure dobbiamo parlare piuttosto dell’esistenza di “uomini liberi”? E poi liberi da che cosa o da chi? Noi siamo liberi?

All’inizio dell’emergenza sanitaria ci hanno detto che il virus non era poi così pericoloso, che non era facile contagiarsi, che potevamo stare tranquilli e ci hanno fatto credere tutto questo. Poi la pandemia è scoppiata e hanno fatto scorrere d’avanti ai nostri occhi i cortei muti di camion dell’Esercito che trasportavano i tanti cadaveri. È bastata la paura a toglierci la libertà di uscire. Ora in questa fase 2 non si usa più la strategia del terrore, ma della positività dei dati (tutto poi da verificare) per infondere un po’ di speranza nella ripresa, nella libertà. Ma siamo veramente liberi oppure siamo incosciamente strumentalizzati dalle notizie che ci martellano? E se le notizie non fossero vere? Silvia Romano, ora Aisha, è libera? Penso a lei o ad qualsiasi altra ragazza intelligente, brava, che sente quell’istinto proprio dei giovani ad essere contro corrente, contro tutto ciò che puzza di “normalità”, allora la voglia di partire, di cambiare ambiente, di essere liberi, di fare qualcosa di grande, di aiutare gli altri. La Chiesa, la religione, sono retaggi di un mondo passato, vecchio, tradizionalista, che non ha in se la molla della novità. Questo è vero per chiunque non abbia mai fatto esperienza-conoscenza di una realtà, ma dice di conoscere basandosi su una osservazione esterna. Il preconcetto allora diventa una struttura mentale che limita la libertà. Poi avviene un fatto doloroso: il sequestro, la privazione fisica della libertà, la privazione mentale del sogno di libertà. Nel vuoto che si è creato, si sente il bisogno di dare un senso ai giorni che passano. Bisogno di senso che conduce “liberamente” al senso del sacro, e poi al senso di Dio. Non credo che la conversione avvenga per plagio, ma credo ad un bisogno di senso nuovo che plagia l’esistenza personale a trovare la libertà perduta in una “conversione” o meglio in un cambiamento mentale verso qualcosa di nuovo. Torno al mio dubbio iniziale. Siamo liberi? I bisogni limitano la nostra libertà? La ricerca di senso limita la libertà? Le pre-comprensioni limitano? L’ignoranza limita? E fino a che punto? La conoscenza conduce alla libertà? Ma se la conoscenza aumenta il dolore, la conoscenza stessa non è anche una prigione?

Comprendo allora che non è la conoscenza la fonte della libertà, ma la radice della conoscenza, cioè il vero, è la fonte della libertà.

La verità vi farà liberi” (Gv 8,32). Pilato domandò a Gesù durante il processo: che cos’è la verità? E Gesù non rispose, aveva già detto che Lui è la verità! Conoscere il vero dei nostri bisogni è fare verità dentro di noi, questo porta a Gesù, porta alla libertà. Possiamo anche restare chiusi, ma siamo liberi. Penso ai Santi padri del deserto reclusi, ma persone che si esercitavano a fare verità nella propria vita, uomini estremamente liberi. Uomini di Cristo.

Il vero in assoluto diventa sinonimo di Amore, dunque in ultima istanza è l’Amore la libertà. “Ama e fai tutto ciò che vuoi” (Sant’Agostino). Ama e sei libero in tutto. Nessuno ti può vietare di amare. La libertà fisica si può togliere, ma mai la libertà di amare.

Antonio Santoro